mercoledì 16 aprile 2008

"How is that possible?"


Avevo sperato, davvero, che non vincesse.
Non tanto perchè le alternative fossero esattamente il mio ideale politico. Ma perchè per lo meno erano più dignitose, forse non più oneste ma almeno meno evidentemente disoneste.
E perchè pensavo alla mia migliore amica, attualmente dimorante nella City, che avrebbe potuto risparmiarsi i commenti di incredulità, compassione, stupore e sarcasmo dei suoi colleghi provenienti da tutto il mondo.
Ed invece, purtroppo, per lei (come per tanti altri) la domanda del giorno dopo è stata "How is that possible?".
Com'è possibile che uno che ha iniziato la carriera politica nell'unico, evidente intento di sottrarsi al procedere della giustizia, che ha fatto e fa del conflitto di interessi il suo ossigeno, che è ignorante, che ha portato l'Italia a legislazioni ridicole almeno quanto gravi, al collasso economico e sociale e alla ridicolizzazione europea e mondiale, sia stato di nuovo eletto?
Com'è possibile?
La stessa domanda che mi sono fatta quando gli USA rielessero Bush, e la stessa risposta: perchè la gente adora essere ingannata, adora essere disprezzata, usata come un giocattolo.
Infine, la latente omosessualità dei bacchettoni italiani che si son scagliati contro i DICO unita alla latente perveristà delle brave mogli italiane in cerca di nuove emozioni ha portato all'acclamazione popolare di colui il quale di certo non macherà di metterlo al culo di tutti.
E così è andata.
L'Italia a testa bassa davanti al sarcasmo straniero si presta ad essere sacrificata. A sposarsi con un miliardario nell'illusione di vincere la precarietà in cui si trova, senza capire che quel miliardario ne farà una sguattera, una serva, una prostituta. Perchè in un matrimonio di interesse vince il più forte. E vince chi non ha amore.
E la povera Italia precaria sfruttata dall'abbiente nuovo marito si rifugerà tra le braccia del cugino sfigato, Bossi il populista, che offrirà spalla e braccio alla consolazione della condizione triste con l'unico risultato di abboccarglielo anche lui.
Accanto, un sorridente Veltroni che alla fine gliene importa un po' a lui se non governa. Di certo ha vinto la sua battaglia: ha convinto la gente ad accomodarsi in un centro stretto per tutti, in un pentolone dove l'ideologia è confusa con la convenienza e dove i programmi sono fanfaronate di chiara ispirazione berlusconiana (non lo si è ancora capito che a dire le cazzate è più bravo lui?!?!?!?)
E in tutto questo la sinistra dov'è?
Dov'è la sinistra di stampo spagnolo o brasiliano, quella che si ripromette di governare e non di "ottenere un 4,5% che permetta una consapevole opposizione" (per poi ritrovarsi una manciata di voti che non le permetterà nemmeno di aprire bocca). Dov'è la sinistra che non rinnega i suoi colori per un mix anonimo di ispirazione quasi ciellina? Dov'è la sinistra che sa parlare alla gente, che sa dividere i linguaggi e così portare la gente a crescere senza sentirsi distante?
Dov’è la sinistra che si pone obiettivi realistici, che lotta per il bene del Paese con le sue radici, le sue tradizioni, i suoi simboli e i suoi colori.
Finita in un poco probabile arcobaleno, forse speranzosa di trovare la pentola dell’oro nel qualunquismo e nel moderatismo degli italiani.
Questa sinistra non mi rappresenta, così come nessun’altra espressione di questa politica.
Penso che, per un 3% scarso potevamo permetterci almeno il lusso della coerenza.
E alla fine di tutto questo mi guardo intorno tremando al pensiero del destino dello stato sociale nel mio Paese, delle differenze che andranno sempre più evidenziandosi tra poveri e ricchi, tra chi non ha bisogno di lavorare e chi non ne ha modo, dell’inevitabile catastrofe culturale e morale, della sempre più lontana speranza di unire finalmente in un Paese quest’insieme carnevalesco e mutevole di Regioni, dell’inesorabile progressiva scomparsa della legalità.
Mi guardo intorno tremando al pensiero dell’Italia dei pochi e ricchi furbi che ha ancora una volta ingannato l’Italia dei molti semplici, dei precari accecati dalla speranza di sicurezze, dei poveri – checchè se ne dica ce ne sono eccome – che hanno come unica risorsa la rabbia e l’odio per gli altri poveri.
Tremo anche, last but not last, al pensiero della mia amica tra i commenti dei suoi sensatissimi colleghi…