lunedì 4 febbraio 2008

saudade 4 - a lagoa

Quello che colpisce di più è il silenzio.
Il silenzio in cui annegano i miliardi di parole e di ritornelli cantati cantilenando da secoli di lavandaie.
Il silenzio in cui spariscono, così come sono apparsi, i ladri tranquilli ed esperti.
Il silenzio in cui la Natura lascia aperte tutte le sue porte.
Qui è la sensibilità ad entrare in gioco, a lasciare morbide impronte sulla sabbia bianchissima.
I cavalli bevono e portano sulle schiene nude magrissimi ragazzini scalzi.
L'acqua sembra immobile in quel suo verde dorato che respira piano.
Le dune abbaglianti, l'intreccio complicato delle fronde scure, gli anfratti della laguna che ricordano grandiosità trascorse.
L'albero ha il bianco dei fiori di campo e s'erge imponente nella sua semplice serenità.
I cavalli si allontano sulle dune con o senza cavalieri. E nell'aria non si sente altro che lo sbattere d'ali degli uccelli e il rispettoso chiedere permesso dei saggi.
Sirene e amori e leggende indio di tanta poesia da rimanere incantati.
Oh acqua lieve dolce di sale marino, ricordo e attrazione!
Oh fonte battesimale in cui rinasco tra le tue braccia!

E tu mi chiami per nome. E il mio nome, finalmente, ha un senso.

Saudade 3 - a cidade maravilhosa

Tutto ciò che accade in questa città ha un non so che di languido, di malinconico e di catartico. Il quartiere ruba spazio alla collina e a se stesso eppure sopravvive e si agghinda di piccole frivolezze come una ragazza di campagna degli anni ’30 avrebbe fatto con un paio di orecchini di corallo. È frutta per la strada venduta a piccole quantità, è un intrigo di vicoli senza raziocinio e regola che da una parte escono al mare dall’altra si intrecciano in altri milioni di ragnateliche strade e sfociano in quartieri bene puliti lindi e pinti e a naso in su. Quartieri che parlano sottovoce e che odorano di disinfettante, quartieri dai grattacieli che si impongono all’orizzonte disturbando la luna, mentre le case disordinate e irregolari della gente le si strusciano ai raggi come gatti.


Il Pelourinho attende quasi timoroso l’esplodere del venerdì sera. Si affaccia dalla pioggia e dall’oscurità. Solo le piazze, ben illuminate, si danno l’aria di signore per bene. Ma i vicoli intorno, intricati, bui e rumorosi che le circondano come un’orda di marmocchi, ne rivelano l’essenza popolare e faticosamente materna.


Il mare è impetuoso, di una bellezza travolgente.
Il vento satura l’aria di una nebbiolina di piccole, innumerevoli gocce d’acqua salmastra che profumano d’Oceano. Mi allungo sulla sabbia calda e respiro a fondo. Questo posto ti scava nell’anima per farsi spazio e rimanervi per sempre. Salvador in tutta la sua accattivante bellezza, in tutta la sua forza e la sua malizia ti strizza l’occhio e t’abbraccia e non puoi fare a meno di donarle il tuo amore. Ti trascina a passo di danza nelle sue spiagge e nelle sue str ade fino a che i tuoi piedi non siano in grado di muoversi da soli in un ritmo di samba, e allora ti sorride e ti fa solo cenno di seguirla, di non lasciarla.
E nessuno la lascia, a quel punto. Davanti a questo mare ti sembra di riuscire a percepire e a riconoscere la voce di Yemanjà e la sua chioma di schiuma e riflessi d’argento.

Saudade 2 - Nossa Senhora dos Rosário dos Pretos

Il profumo del pane si mischia a quello dell’incenso nella stanza affollata, sotto lo sguardo dei Santi negri.
Nuova visione di Cristo, pelle d’ebano e capelli ribelli in riccioli duri.
La chiesa respira nelle pareti intonacate, senza troppi ori. Balconate piccole come intarsi offrono braccia e volti scuri e radiosi.
Qui Dio balla con la gente e abbraccia il popolo.Qui la fame non è ignorata e si sposa alla fame d’Eterno. Battono i tamburi e i pandeiros e cadono petali di fiori.D io entra nella roda e benedice a ritmo di samba. Migliaia di mani tengono il tempo per non farlo interrompere. C’è una ricerca estetica accurata in questo gusto per l’eccesso, in questa appariscente eleganza. I colori dei negri animano la folla danzante. Per la prima volta in vita mia ho visto la gioia della fede. Il celebrante osanna Dio e la forza vitale delle cose, della Natura. Ci si scambiano abbracci e le offerte s’incamminano a passo di danza verso l’altare.
Guardo vicino a me una signora bella e accurata. Ha orecchini d’argento e conchiglie e i capelli intrecciati di riflessi biondi tra i suoi colori scuri. La fronte spaziosa è scoperta con una fascia dorata che le trattiene le trecce ordinate. Ha unghie smaltate e un filo d’oro al collo. La guardo e provo la strana sensazione di commozione, di tenerezza. Piangerei, adesso, se lei mi potesse consolare nell’abbraccio forte, come le madri abbracciano i figli.Ma sono straniera qui. Cade un petalo rosso nelle mie mani, mentre distratta seguo i miei pensieri e la mia emozione. Una vecchia negra si gira a guardarmi e sorride facendo un cenno con la testa.
Le rispondo.
L'aria è intrisa di un dolce, familiare mistero.