lunedì 4 febbraio 2008

saudade 4 - a lagoa

Quello che colpisce di più è il silenzio.
Il silenzio in cui annegano i miliardi di parole e di ritornelli cantati cantilenando da secoli di lavandaie.
Il silenzio in cui spariscono, così come sono apparsi, i ladri tranquilli ed esperti.
Il silenzio in cui la Natura lascia aperte tutte le sue porte.
Qui è la sensibilità ad entrare in gioco, a lasciare morbide impronte sulla sabbia bianchissima.
I cavalli bevono e portano sulle schiene nude magrissimi ragazzini scalzi.
L'acqua sembra immobile in quel suo verde dorato che respira piano.
Le dune abbaglianti, l'intreccio complicato delle fronde scure, gli anfratti della laguna che ricordano grandiosità trascorse.
L'albero ha il bianco dei fiori di campo e s'erge imponente nella sua semplice serenità.
I cavalli si allontano sulle dune con o senza cavalieri. E nell'aria non si sente altro che lo sbattere d'ali degli uccelli e il rispettoso chiedere permesso dei saggi.
Sirene e amori e leggende indio di tanta poesia da rimanere incantati.
Oh acqua lieve dolce di sale marino, ricordo e attrazione!
Oh fonte battesimale in cui rinasco tra le tue braccia!

E tu mi chiami per nome. E il mio nome, finalmente, ha un senso.

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