giovedì 4 novembre 2010

Italia: terra di viaggiatori, di poeti,di santi e di eroi - 2


parlare di poeti in una trilogia socio-politica oggi fa strano.
Oggi i poeti veri si nascondono bene. E per lo più fanno altri mestieri.
E chi scrive, o meglio: chi scrive e guadagna bene con quel che scrive, non scrive di politica, non scrive di problemi sociali, non scrive di vita e, a dirla tutta, non scrive nemmeno in italiano corretto.
Così, quei rarissimi italiani che scegliessero, per caso, di darsi alla carta stampata piuttosto che inebetirsi davanti alla tv, non correrebbero comunque il rischio di trovarsi tra le mani troppo materiale per pensare.
D'altronde da quando anche la gloriosa Einaudi è passata nelle mani dell'imperatore, ogni velleità è defunta.
E così, noi, popolo di poeti, non parliamo più nemmeno in prosa. Grasso che cola se parliamo in stampatello.
In memoria, al Poeta e al nostro passato

EUGENIO MONTALE
PIOVE

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.

Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

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