mercoledì 5 settembre 2007

il gioco delle "i"

Inglese, Informatica, Impresa.
Italiano, Istruzione, Interesse.

Si gioca con le lettere dell'alfabeto, si gioca con la formazione dei futuri cittadini. Questo governo avrà i suoi difetti (e non pochi, alcuni forse proprio inaccettabili da una coscienza di sinistra come la mia).
Ma per lo meno pare buttare un occhio pietoso sulla scuola e sul suo futuro.
Forse salvate in extremis dal divenire delle aziende che preconfezionano schiavi del mercato, un giorno le scuole torneranno (se lo sono mai state, altrimenti inizieranno) ad essere luoghi di formazione del pensiero. Un pensiero indipendente ma adulto e capace di intendere il reale.
Chissà se smetteranno di esistere improbabili corsi in inglese basati sulla conversazione perchè la grammatica non la conosce più nessuno.
Chissà se spariranno dalle nostre facoltà, un tempo rispettate e omaggiate da tutto il mondo per la preparazione dei loro laureati, gli errori di grammatica o di sintassi nei pochi compiti scritti.

Io ho sempre ammirato la scuola, perchè a me ha formato la coscienza. Tornassi indietro rifarei il Liceo nonostante i molteplici 2 a latino e greco.
Perchè mi ha insegnato a pensare, a valutare, a considerare più punti di vista.

Recentemente sono stata a Barbiana a visitare i posti di uno dei più grandi insegnanti che il nostro Paese abbia avuto, Don Lorenzo Milani, e mi è tornata in mente una sua frase da "Lettera ad una professoressa" che reputo vera e sacrosanta
"È solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’espressione altrui. "

Spero che un giorno i miei figli, quando ne avrò, potranno tornare a casa raccontando che hanno imparato qualcosa di più della lezione del giorno.
Spero che un giorno i miei figli avranno, come ho io, un Prof. Mauro Conti o una prof.ssa Gloria Frangipani da ringraziare per la propria personalità.
Spero che qualcuno salvi la Scuola, l'Istruzione, la Lingua Italiana e la nostra cultura millenaria e morente.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che sia importante che i giovani possano tornare a studiare i "Fondamentali".
Mi pare piuttosto buffo che si sappia formattare un dischetto, senza saper scrivere "formattare".
Per cui, bene l'inglese, bene l'impresa, bene l'informatica... ma solo se basate su una cultura necessaria a saper scrivere correttamente un'email, o una traduzione o una convocazione ad una riunione.

Nina ha detto...

si...io in verità avrei da ridire anche sulla i di impresa che ritengo poco abbia a che vedere con la formazione culturale di un cittadino, anzi...
comunque evviva! il primo commento da quando sono a casa nuova!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo. Io mi riferivo alla "I" di impresa, se contemplata in determinate scuole tecniche. Cioè, mi va bene che in un apposita scuola superiore si studi l'impresa (in una "Ragioneria", ad esempio, va benissimo - anche se la Moratti l'aveva chiamata "Liceo Economico" - la qual cosa mi fa chiedere come mai non chiamiamo i contadini "Incisori di Terra" o gli imbianchini "Pittori Urbani"). In una cultura generale, invece, sono d'accordo che studiare l'impresa, intesa come azienda, non sia fondamentale.
Il primo commento è il mio?! Ne sono onorato.

Anonimo ha detto...

ciao nina ho letto il tuo messaggio puoi mandarmi una mail all'indirizzo applesid@hotmail.it

ps.: benritrovata

Anonimo ha detto...

Ciao Nina,

grazie della visita e del link.
Anch'io amo la lingua italiana.
La amavo e ci giocavo ai tempi del liceo così come la amo e mi piece giocarci ora che ho 37 anni...

A presto!

Anonimo ha detto...

Mi "piece"...
Ahi.
Tu che sei amante della capoeira non potrai perderti la tastOeira: l'arte marziale del refuso. Ehm.
Volevo firmare il commento anonimo: Nocciola =)

Anonimo ha detto...

Ti ricordi Jones Fiddler?
Sai che vale ancora la pena leggere quello che scrivi?
Io ho appena inventato il gioco delle 20 "i", in onore dell'autore della poesia che ti dedico.
In onore tuo ti basti la poesia.

Gioco delle 20 "i":
Incredibile intelligenza impiegata in incommensurabili imprese intellettuali inerenti ispirazione, idealità, intuizione, intessendo infiniti insegnamenti, interessi importanti. Io impazzisco intendendolo. Inarrivabile!


Spero che un giorno i tuoi figli, quando ne avrai, potranno tornare a casa raccontando che hanno letto questa poesia.

Fin che ci Trema il Cuore - la terra e la morte


Sempre vieni dal mare
e ne hai la voce roca,
sempre hai occhi segreti
d'acqua viva tra i rovi,
e fronte bassa, come
cielo basso di nubi.
Ogni volta rivivi
come una cosa antica
e selvaggia, che il cuore
già sapeva e si serra.

Ogni volta è uno strappo,
ogni volta è la morte.
Noi sempre combattemmo.
Chi si risolve all'urto
ha gustato la morte
e la porta nel sangue.
Come buoni nemici
che non s'odiano più
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontati
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose;
combatteremo sempre.

Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.

Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all'urto,
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei più. Le braccia
si dibattono invano.

Fin che ci trema il cuore.
Hanno dette un tuo nome.
Ricomincia la morte.
Cosa ignota e selvaggia
sei rinata dal mare.

Nina ha detto...

x J.F.

Grazie...

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie