martedì 21 agosto 2007

immancabile post sul Natale


BimbaNina quest’anno non vuol svegliarsi. Neppure le luci che intrecciano vezzosi ricami nel buio precoce dell’inverno son servite, quest’anno, a farle prendere il comando fiero e giocoso della NaveNina. Il cielo si barcamena tra l’azzurro intenso di un’illusoria primavera e il grigio umido di un interminabile autunno. Mai è bianco carico di promesse di neve, quel cielo da guardarsi la domenica col naso schiacciato sul vetro appannato. Lassù, silente, la sbeffeggia immutabile di stagione in stagione, il miglior segno che il Tempo non è dalla sua parte, che non vuol scorrere rapido. Nessuna voglia di cioccolato caldo e neppure gote e dita arrossate dal freddo. La Natura le da’ ragione: che Natale è mai questo senza un gatto in poltrona, un albero da decorare, biscotti da infornare per lasciarsi avvolgere dal profumo morbido e denso, dolce e goloso? Si sente straniera, BimbaNina, e non vuol uscire dal piumone, coltre lieve, rifugio e consolazione. Acquattata, raggomitolata come un ritroso cucciolo ancora non adattato al nuovo ambiente, valuta come il primo pensiero la mattina appena sveglia e l’ultimo prima di addormentarsi, alla sera, si somiglino pericolosamente. Non sarà il raso lucente, né la grezza rafia a stuzzicarne l’inventiva trasformandosi in sfacciati fiocchi decorati con fiori di seta e frutta secca, né le carte colorate a disegni d’oro e d’argento, leggere e malleabili per incartare, confezionare, avvolgere stravaganti regali da consegnare in mani sorprese un po’ imbarazzate. BimbaNina l’imprevedibile. Le è sempre piaciuto far regali inattesi, le persone rimanevano sconcertate e lei ne rideva soddisfatta. Lasciare un segno ad ogni costo, BimbaNina, e poi scomparire irriverente, fantasticando sui pensieri altrui. Quest’anno non farà regali così. Perché solo chi le è vicino, vicino riuscirebbe a non mettere in pericolo i pensieri fragili, le emozioni vibranti che l’attraversano. Il mondo che ogni Natale BimbaNina creava e costruiva con pazienza e abbondanza di dettagli, era il suo mondo inventato di favole e fate e magie e brillanti, preziosissimi oggetti rilucenti e dolci dal sapore antico passato di nostalgia e rifugio nascondiglio. Per coprire il brutto ed il dolore, almeno un giorno, per collezionare sorrisi e abbracci e balocchi emotivi. Ma il dolore, il brutto, NaveNina li ha navigati, conosciuti, esorcizzati. E può affrontare l’oceano delle festività, quest’anno, senza il suo comandante. Per un Natale così: pragmatico, essenziale, indaffarato e frenetico. Piacevole poinfine. L’unica cosa immutata: la nostalgia. Una nostalgia struggente, dolcissima. Nostalgia di qualcosa che si intuisce, che proviene forse da ricordi ancestrali, forse da invenzioni indefinite. Nostalgia di un’idea, di una splendida utopia realizzata, vista sopravvivere, arrancare ma riuscire. Nostalgia di profumi che i mandarini ornati di chiodi di garofano con il loro aroma intenso, dolciastro ed invitante non potranno sostituire, nè coprire, nè sottomettere. Nostalgia di sapori che nessun biscotto caldo, nessun dolce tradizionale potrà cancellare dalle sue labbra. Del suo primo Natale da viandante, da zingara, BimbaNina ha un po’ paura e resta dietro le gonne di NinaDonna. Lei, NinaDonna, scambiando le stelle comete di argentei brillantini con il firmamento e l’universo intero, con la testa alta e il passo deciso, attraversa inossidabile l’inverno. 14/12/04

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