mercoledì 22 agosto 2007

9 marzo 2007 - parte I

è un vero peccato che l'italiano sia una lingua ormai in disuso... perchè sarebbe bellissima, se splendesse come venerdi scorso dal palco del Mandela Forum, illuminando come un raggio di genio chi ne costruiva il trionfo. Francesco Guccini ci ha fatti sentire ricchi. Ricchi della nostra cultura che via via ci sfugge sempre più di mano, ricchi della nostra storia, delle nostre radici, ricchi della nostra lingua meravigliosa che dipinge immagini così dettagliate da essere commoventi. Ci ha fatti sentire vecchi lupi di mare della vita e bambini con l'atlantico immenso di fronte. Ha dato voce all'amore, nelle sue innumerveoli forme, una voce per ogni forma fino a creare un coro inatteso di emozioni e di ricordi (nostri o d'altri che importanza può avere?). Un concerto indimenticabile. Per arguzia, talento, sarcasmo, poesia, pulsare del battito della vita, della gente. Il più bello tra quelli suoi che ho visto, senza dubbio. Un genio eclettico, mai accondiscendente. Un montanaro insopportabile e il più vivo degli animali politici. Un poeta dolce e un filosofo serio, un'uomo da osteria e un militante. Non so chi sia, Francesco Guccini. Non so se qualcosa di quello che ho scritto oppure tutto, oppure niente. So che è uno dei pochi che sa farmi venire i brividi quando canta. Che mi fa venir voglia di dedicare una canzone sua a chi amo. Chiunque sia, qualunque sia il suo compito di vita, per me resta un eroe. Perchè creare emozioni con le parole e con la musica è la magia più preziosa del mondo. Grazie. 12/03/07

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