mercoledì 22 agosto 2007

acqua di cocco

scorre dalle mie labbra. sul collo e sui seni nudi in mezzo al niente luminoso del bianco assoluto. scorre lungo i fianchi lasciando un odore dolciastro e accattivante. arde il corpo sotto il sole. arde la pelle e i sensi con lei. arde infine l'aria stessa, ogni centimetro cubo di azzurro intenso, in attesa della quiete del tramonto. arde e mi lascio bruciare, novella Giovanna D'Arco, davanti alla platea silenziosa dei palmizi, l'Oceano incantato davanti, oltre le fronde. Perchè, stanca, ho abbassato la guardia. Perchè, sfinta da forze enormi, impellenti e dolcemente devastanti, ho raccolto la mia fragilità e l'ho scartata piano davanti allo sguardo incoraggiante del fuoco. arde e lascio bruciare, finalmente, senza opporre nessun atto eroico di resistenza. arde e lascio bruciare. e il tempo trascorso e stupidamente sprecato racchiude il suo dolore nella luce della luna, che proietta ombre indefinite come questa nuova sensazione di completezza.


Fabrizio De Andrè Giovanna d'Arco (da una canzone di L. Cohen)

"Attraverso il buio Giovanna d'Arco precedeva le fiamme cavalcando nessuna luna per la corazza ed il manto nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco. Sono stanca della guerra ormai al lavoro di un tempo tornerei a un vestito da sposa o a qualcosa di bianco per nascondere questa mia vocazione al trionfo ed al pianto. Son parole le tue che volevo ascoltare ti ho spiato ogni giorno cavalcare e a sentirti così ora so cosa voglio vincere un'eroina così fredda, abbracciarne l'orgoglio. E chi sei tu lei disse divertendosi al gioco, chi sei tu che mi parli così senza riguardo, veramente stai parlando col fuoco e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo. E se tu sei il fuoco raffreddati un poco, le tue mani ora avranno da tenere qualcosa, e tacendo gli si arrampicò dentro ad offrirgli il suo modo migliore di essere sposa. E nel profondo del suo cuore rovente lui prese ad avvolgere Giovanna d'Arco e là in alto e davanti alla gente lui appese le ceneri inutili del suo abito bianco. E fu dal profondo del suo cuore rovente che lui prese Giovanna e la colpì nel segno e lei capì chiaramente che se lui era il fuoca lei doveva essere il legno". 17/10/05

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