mercoledì 22 agosto 2007

frammenti di dolcezza

Ti ha disegnato la linea morbida del labbro, quell’ombra di cacao, come un dispetto. “sei sporco di cioccolato” Hai passato inutilmente le dita fin troppo educate, strofinando senza convinzione. Sorrido e scuoto la testa, non distolgo l’attenzione da quell’eroica tentazione. I miei denti chiusi si son fatti stretta gabbia d’avorio. Eppure sarebbe stato facile, come ha fatto la mia fantasia fugace di soppiatto, prenderti il volto tra le mani e baciarti lieve lasciando che la mia lingua assaporasse la delizia del tuo labbro e del cacao scuro. Sarebbe stato facile lasciare che tutto si rilassasse e semplicemente bruciasse intuibile processo chimico e biologico come accade in natura. Sarebbe stato facile far sparire i rumori e le ansie e ogni ostacolo e abbandonarci all’abbraccio, senti re il tuo peso sul mio corpo, il tuo respiro farsi ossigeno per il mio sangue e veder tutta quella dolcezza che ci avvolge diventare coltre e rifugio e completarsi, crescere e brillare. Le onde lambiscono la riva e inaspettatamente si ornano di biancore, di vezzo schiumoso, di fracasso imponente. Ma l’odore del caffè e il chiacchiericcio intorno mi riportano davanti a te, al tuo sguardo esperto, profondo e guizzante di sfida. Ci rivestiamo, ci ricomponiamo ed ora ti guardo nel tuo vestito elegante, nelle mie scarpe da tennis. E tu guardi me soddisfatto della scarsa efficacia dell’azione di pulizia. É malizioso il tono in cui parli ed io faccio finta di niente. “conosci un metodo migliore?” I miei denti chiusi si son fatti stretta gabbia d’avorio. Ho passato il mio dito col tatto energico delle madri. Tutto l’amore rimasto nell’aria s’è fatto sorriso. E siamo usciti mano nella mano. 11/05/05

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