mercoledì 22 agosto 2007

nuove, inattese scoperte: la poesia si fa strada tra i tavoli nella sala fumosa

"O Amore! le arti belle sono tue figlie; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli animali generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle più tarde generazioni, spronandole con le voci e co' pensieri spirati dal cielo ad altissime imprese: tu raccendi ne' nostri petti la sola virtù utile a' mortali, la Pietà, per cui sorride talvolta il labbro dell'infelice condannato ai sospiri: e per te rivive sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e morte. Se tu fuggissi, la Terra diverrebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il Sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale. Adesso che l'anima mia risplende di un tuo raggio, io dimentico le mie sventure; io rido delle minacce della fortuna, e rinunzio alle lusinghe dell'avvenire" (U. Foscolo da "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", lettera del 15 maggio 1798)

il battito appassionato del mio cuore fu destato all'improvviso. poesia era la sua, dolce, soavemente cantata, narrata dal guardo profondo oscuro. e da allora quanta nostalgia ho provato, mio bene...eppur mi sento viva e lieta di tale sublime sentire . sarà che il tempo logora e l'oriuolo innesta sui polsi tremanti rendendoli saldi e impacciati nell'amore? Sarà che gli anni, passando uguali, incatenano l'emozione e sospingono alla sopravvivenza? poichè, leggero, nel portamento fiero - adesso - il pallido giovane e nobile nei tratti concede al quotidiano un giro di danza fantasioso, di parole inattese e inusuali e di modi delicati. con quanta cura tratti l'ardore! sublime tu lo riconosci e potente nella sua maestosità, con un sentire d'antico colore, d'indefinibile gusto, d'essenza preziosa. dorati, i ricci s'intessono di luce. mio giovane nuovo amico conserva, se puoi, e difendi quell'animo tuo delizioso dal trivio mondo, dall'avvilente quotidiano. Languido candore di poesia tra le labbra sottili, mèsci miele sulle consunte parole, sui sentimenti un tempo ricchi e potenti e ad oggi vestiti di stracci, pezzenti pietendo attenzioni negate. Poesia letta, recitata da chi l'ama s'agghinda di gemme e beltà. Sarò fortunata, mio giovane amico, se dalla voce tua schietta potrò udire, un giorno, i versi antichi degli animi grandi. 03/01/05

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