mercoledì 22 agosto 2007

madre di parto e di voler matrigna

Ho lasciato passare qualche giorno. perchè insieme alle onde defluissero i fiumi di parole - alcune belle, forti; altre disperate; altre ancora false e marce; altre ancora terribilmente scontate, come lo saranno le mie - spesi sulla "terribile catastrofe" (v. link in basso), sul maremoto. Potrei inveire contro la Natura crudele che si abbatte con la ferocia di cui è capace ciò che è tanto potente, sugli indifesi, sui disperati. e lo fa come un qualsiasi altro potente: scaricandosi sugli strati bassi della società, appena toccando (che poi questo "appena toccando" è relativo al numero incredibile di vittime. il dolore non ha classe sociale nè reddito) chi disponeva di mura solide e di rifugi sicuri. Ma in verità non credo che la Natura sia crudele, non credo che sia la "madre di parto e di voler matrigna" di Leopardiana memoria. Potrei anche annunciare, come molti han fatto, il punto di non ritorno, il momento in cui la Natura maltrattata, bisfrattata, sfruttata, derubata dall'Umanità finalmente alza la testa e si ribella. Ma avrebbe senso ribellarsi colpendo chi meno la danneggia? Credo non ci sia da cercare il senso, perchè credo che un senso non ci sia. Semplicemente, la Natura si erge indifferente davanti a tutto questo perchè in Lei la Morte e la Distruzione son momenti non così differenti dalla Vita e dalla Rinascita. Come l'Islandese capiamo, al momento della fine, che non c'è malvagità nelle catastrofi come non c'è bontà nei buoni raccolti. E allora cosa resta? cosa assegnamo ai protagonisti di questa storia senza lieto fine? Per coloro che il mare s'è portato via solo il dolore, il sentimento di una grossa ferita. Per coloro che son rimasti, che hanno visto morire, che hanno perduto tutto, il dolore non basta. ci vuole forza e speranza. ed è già più difficile. Per coloro che hanno guardato da lontano, agghiacciati e sconvolti un misero senso di impotenza e il livore che crea quella sequenza di immagini terrificanti. Per i giornalisti che hanno affrontato la notizia con umanità, un grazie che pesa, che ha consistenza. Per i giornalisti che hanno messo a lucro il dolore tutto il biasimo che sempre si son meritati. Per il mare, infine, per l'Oceano solo uno sguardo. Il tentativo di ricordarne la bellezza, il tentativo di scoprirne, adesso, la vita. 29/12/04

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