mercoledì 22 agosto 2007

il bar dell'Orso. cambio i miei abadà* con una gonna volteggiante


Tra le colline di soppiatto s'intrufola la musica dal sapore antico. Ho un dolce al pepe e del vino rosso in un bicchiere da osteria. Sorrisi familiari degli avventori l'ebrezza dolce della semplicità. Parole ben rimate tra riccioli d'ogni dove e inchiostro rosso per marcare il momento. su carta di paglia. rigorosamente gialla e ruvida. Ho pensato ad un attimo sospeso che mai possa cadere, sfracellarsi. sempre leggero, leggero come la mia testa danzante nel vino. Ci sono cose che soffiano brividi lungo la schiena e son note di armonica e di chitarra e inflessioni morbide di voce senza troppi stridii. Lontani dal quotidiano abbiam preso forbici e colla e inventato un disegno così vicino alla luna, più alto della città burbera e brontolona come una vecchia zitella. Tra le colline. Tra le colline scure nella notte che oggi furonosplendenti di smeraldo. Ricordo del Poeta e di Poesia nella sua e mia visione appassionata delle miserie umane. Mi ha sorpreso qua sul colle ventoso come stamani tra le ciglia ancora impiastricciate di sonno, sbirciando tra le palpebre ancora socchiuse. Inchiostro rosso definisce i contorni aiuta a battere le mani nell'applauso a tutta questa emozione. Spirito di viandante un po' pesciolino. Grazie a Fabrizio de Andrè, al Bar dell'Orso di Monteriggioni, a chi vi suonava venerdì 18 marzo 2005 e a Bambino. (*pantalone usato per giocare a capoeira)

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